mercoledì 22 settembre 2021

Recensione "Ombra d'argento" di Benedetta Cipriano

 


Readers oggi vi parlo di " Ombra d'argento" di Benedetta Cipriano, uscito in Self il 15 settembre.

TRAMA

C'è un momento nella vita in cui credi di aver perso ogni cosa.

È successo a me, è successo a qualcun altro e forse succede a tutti.

Ma io non ero pronta ad accettarlo. Non ero pronta a mettere da parte le mie sneakers consumate, il mio zaino in spalla e la mia anima da vagabonda. Perché viaggiando ho imparato a guardare il mondo con nuovi occhi e ad alleggerire il cuore.

Il cuore, quel muscolo al centro del petto che inarrestabile continua a battere, anche quando ti senti troppo stanco per continuare a lottare.

Perché quando la vita ti pugnala alle spalle, decidendo di ridurre i tuoi sogni in polvere, distruggendo il tuo sorriso e infilzando la tua anima con un milione di spilli, non puoi far altro che provare a stare a galla per non affondare.

Ma io non ero abituata a stare a galla. Non ero abituata a sopravvivere. Io ero abituata a vivere. A sentire la mia anima incendiarsi come un fuoco d'artificio, i miei occhi azzurri brillare anche durante la notte più cupa e le mie mani tremare per l'emozione.

Mi chiamo Malena e, prima che il destino decidesse di giocarmi un brutto scherzo, ero dinamite.
Ero fuoco, vento, tempesta.
Adesso non sono altro che un ricordo sbiadito di ciò che ero. Uno sguardo senza luce e un cuore senza scintille.

Ma nonostante tutto, non sono ancora pronta ad arrendermi.

Cosi, ho deciso di partire, ma non per girare il mondo. Ho deciso di farlo per ritrovare me stessa.
Quello che non avrei mai immaginato, però, è che li, nel cuore della pampa argentina, in un casale lontano dal caos della realtà, avrei incontrato lui...

Lui, con il suo sguardo da sognatore e l'anima d'artista.
Lui, con le sue dita sporche di colore e il cuore in subbuglio.
Lui, con l'aria da burbero e la lingua tagliente.
Lui, distrutto e arrabbiato quanto me. Lui che... senza chiedere il permesso, al buio, ha riacceso una scintilla: la mia.


Leggere un romanzo di Benedetta è come fare un viaggio ricco di emozioni che ti travolge, scombussola il tuo cuore facendolo sussultare in un'altalena di emozioni uniche da farti trattenere il fiato.

La sua scrittura armoniosa, poetica e a tratti sofferente si fa spazio nel cuore del lettore lasciando un segno tangibile del suo passaggio.

In questo libro Benedetta a mio parere ci mette tutta sé stessa, facendo un salto di qualità, lascia da parte le sue paure si mette in gioco, regalando momenti di pura magia.

Come ci ricorda nei ringraziamenti che io ho letto e riletto senza mai stancarmi, questa è stata la sua storia più difficile da scrivere, il percorso più tortuoso, la sua sfida più grande, ma è anche uno dei romanzi che ha rubato un pezzetto del mio cuore.
“Due anime spezzate s’incontrano e improvvisamente si ritrovano. Si ritrovano tra le braccia dell’altro. Si ritrovano. Si ritrovano, proprio come se si conoscessero da sempre.”
Leòn Fabian Rojas  pittore di talento, non è più quel ragazzo che, all’età di venticinque anni , ancora riesce a distinguere i colori, i contorni netti, le persone. 
Di quel ragazzo adesso c’è solo un ricordo lontano, un ragazzo ormai divenuto uomo che, però, non è nient’altro che un ombra.

Leòn è un’anima spezzata, un cuore pieno di crepe, avvolto dall’ombra in cui è costretto a vivere ogni giorno, Leon sopravvive a una vita che ormai non sente più sua.

La pittura non ostante le ombre che lo circondano è la sua ancora di salvezza e la sua bottega il suo rifugio.

Tra tele, pennelli e colori  Leòn riversa la sua anima, i suoi tormenti,  quei quadri che parlano al suo posto.
“Mi piace immaginare le mie tele come parti di quell’anima distrutta, fatta a pezzi. Brandelli che di colpo, grazie a un pennello, si rincollano. Perché tra quei colori incerti e confusi, tra quei volti senza particolari, tra quelle immagini, ci sono io.”
Leòn preferisce vivere lontano dal caos di Buenos Aires, e nel casolare della Pampa argentina la sua anima si acquieta, finchè un giorno il padre, lo psicologo Rojas, non organizza un corso, un viaggio alla riscoperta di se stessi della durata di un mese, lì al casolare, e Leòn sarà costretto oltre a dividere i suoi spazi con degli sconosciuti e a tenere delle lezioni di pittura.

Ciò che non immagina e che una ragazza dagli occhi azzurri e i capelli color  grano riporterà una luce nella sua vita.

Malena Medea Cohen, è una giovane ragazza che troppo presto ha conosciuto il dolore, un dolore che ha lasciato profonde cicatrici nel cuore e sulla pelle.

Viaggiatrice e blogger sempre con uno zaino in spalla, un paio di sneakers consumate e il sorriso sulle labbra si tuffava in mete diverse da raggiungere, in luoghi che le avrebbero lasciato nuove emozioni.

Ma questo prima che “l’Invasore” irrompesse nella sua vita, spazzando via i suoi sogni e spegnendo il suo sorriso.

Della vecchia Malena, non c’è più l’ombra, le valigie che prima riempiva di vestiti adesso lasciano il posto al coraggio. 

Il coraggio per decidere di riprendere in mano la sua vita. 
Il coraggio di smettere di nascondersi e di tornare a respirare.
Il coraggio di mettere da parte la sua finta sicurezza e scontrarsi con la paura.

Ed è per questo che decide di “ritrovare se stessa” seguendo il consiglio del suo psicologo, il dottor Gabriel Rojas e partecipando a “I colori dell’ombra, viaggio alla ricerca di se stessi”.
“Nell’istante in cui sollevo lo sguardo per puntarlo verso il corridoio che lo vedo. Vedo i suoi capelli castani e ribelli che continuano a finirgli negli occhi e la sua mano che prova a portare indietro  il ciuffo (…) il corpo tonico e abbronzato è avvolto in una camicia di lino color sabbia, arrotolata sugli avambracci, e in un paio di jeans chiari.”
Il loro incontro è un incontro di anime, anime che si riconoscono all’istante, anime che, senza chiedere il permesso, si sono fuse tra di loro.

E’ il cuore che parla per loro, quel cuore che per troppo tempo è stato messo in stand-by, un cuore inaridito dalla vita e sopraffatto dal dolore.

Due anime in balia di colori e ombre, che saranno  testimone delle loro lacrime, delle loro confidenze e del loro amore.

Leòn e Malena, hanno paura, paura di esternare i loro sentimenti, paura di confessare cosa  portano dentro, paura di rovinare qualcosa che già sanno essere nato.

Riusciranno ad aprirsi totalmente, a lasciare entrare quella luce in grado di spazzare via le ombre, scaldare il cuore, curare le ferite e alleviare il dolore?



Lo stile di Benedetta mi ha conquistato ancora una volta, il suo modo di far parlare i personaggi li rende reali ed è come se il lettore si catapulti nella storia.

Ho ammirato Leòn, all'apparenza può sembrare rude e invece nasconde una bontà d'animo come poche. Ho amato il suo silenzio, la dolcezza con cui si è preso cura di Malena.
“Ho toccato molte cose, ma niente ha mai acceso in me un’emozione pari a quella che ho provato quando ho adagiato la mano su quella di Malena. Niente, in dieci lunghi anni mi ha incantato come il suo della sua voce. Niente mi ha inebriato come il suo profumo.”
Malena è una piccola combattente, una guerriera che trova il coraggio di rialzarsi e riprendere in mano la sua vita.
Ho sentito la sua fragilità, il dolore che avvolge la sua anima, il suo grido silenzioso che Leòn ha accolto. 

Ogni pagina che ho letto è stata pura emozione, lacrime versate, fitte al petto, paura in alcune pagine di continuare a leggere perché non volevo sentire ancora dolore.

Conoscendo la penna dell'autrice immaginavo che avrei provato una miriadi di emozioni, ma mai avrei creduto nella loro intensità. 

Ci sono stati dei momenti in cui il mio cuore ha fatto crack, l'ho sentito sanguinare, ho fatto mio il dolore e le paure di entrambi, una sensazione che non sempre la lettura mi suscita.

Del resto è questo che contraddistingue Benedetta: far vivere sulla propria pelle la storia, far sentire ogni respiro, ogni bacio rubato, ogni carezza come se tu lettore fossi il protagonista.
Sono pochissime le autrici che riescono a trasmettere questo e tu Benedetta sei tra queste!

Ombra d’argento è un piccolo gioiellino da custodire nel cuore.

La storia di Leòn e Malena è una storia di speranza, rinascita, attraverso il dolore ci fa comprendere che nulla è perduto veramente, che si può sempre ritornare a vivere e sorridere.

L'amore ci salva da una vita che non ci appartiene, l'amore quello vero rischiara le ombre, fa battere il cuore all'impazzata, ti toglie il fiato.
L’amore quello raccontato dall'autrice dona una seconda opportunità di vita che vale la pena non lasciarsi sfuggire.

Una storia che consiglio di leggere, perché Benedetta ci invita a vivere sempre, a guardare la vita con occhi diversi, con cuore consapevole che qualunque sia la situazione che si sta attraversando ,il dolore alla fine lascia il posto all'amore.

Grazie Benedetta per le emozioni che sai regalare ogni volta attraverso le tue parole. In ogni storia c'è un pezzo del tuo cuore e si vede. Non posso che assegnarti il top!




Nessun commento:

Posta un commento