lunedì 28 dicembre 2020

Recensione "Come una sinfonia" di Mathilda Blake


 Readers oggi con immenso piacere vi parlo di  "Come una sinfonia" di Mathilda Blake, edito Mondadori.


Titolo: Come una sinfonia
Autore: Mathilda Blake
Editore: Mondadori – Collana I Romanzi
Genere: Romance storico
Data pubblicazione: 5 dicembre 2020
Pagine: 236
Prezzo: 2.99

Sinossi

San Pietroburgo, 1877. È inconcepibile che una ragazza si dedichi alla musica e possa accedere al Conservatorio, soprattutto se orfana e priva di lignaggio. Eppure grazie all’anziano conte Dashkov, proprietario della tenuta dove presta servizio, il sogno di Tchandra sembra avverarsi, ma ciò provoca verso di lei il risentimento dell’affascinante Dmitr, che la crede l’amante del padre. Il giovane tuttavia non può reprimere l’attrazione che prova per lei e, quando si vede costretto a partire per la guerra, si accorge di non aver fatto pace né con se stesso né con Tchandra. Riuscirà una musica lontana ad accarezzargli l’anima accendendo i suoi sensi?

Copia digitale gentilmente fornita dalla CE in cambio di una recensione onesta


Tchandra Moskovskaya è solo una bambina di dieci anni, gracile e mal nutrita, quando viene prelevata dall’orfanotrofio, per conto della contessa Ekatrinava, dal conte Dashkov suo marito, per essere messa al servizio della famiglia come sguattera.

Ciò che il conte ignora è che da quel giorno la piccola diverrà la sua fonte di gioia e di ispirazione.

Il conte Dashkov, musicista e compositore, vive di ogni nota che si respira nell’aria. 
Subito dopo essere stato in orfanotrofio è costretto a portare con sé la piccola Tchandra alla Società Musicale, perché deve ascoltare alcuni giovani.
“Sarebbe una noia per una bambina come te. Tchandra alzò le spalle. – Ma se arrivo a casa con voi non sarà meglio?  Meglio? Per vostra moglie… Sua Signoria la contessa – si corresse subito. – Magari così sarà meno… - Ora fu lei a cercare il termine. – Esi… esigerata. Di nuovo, l’uomo scoppiò a ridere. Sempre più di gusto”
La piccola Tchandra quel giorno rimane estasiata da ciò che i suoi occhi vedono e il suo cuore sente.
“Le noti celestiali di una melodia soave riempirono l’aria e Tchandra si ritrovò subito a sbirciare verso il coperchio aperto del piano forte. Era vero che la musica usciva da lì. Riusciva a vederla!”
A sorprendere il conte è quello che le sue orecchie ascoltano e i suoi occhi vedono il giorno dopo a casa, quando la piccola bambina, con il vestitino grigio, il grembiulino sudicio e le mani sporche di cenere fino ai polsi, seduta al pianoforte riproduce la melodia che il giorno prima aveva udito.

Dmitr, figlio del conte Dushkov, quando incontra per la prima volta Tchandra è un bambino poco più grande di lei. Anche lui ama la musica ma non è mai riuscito a guadagnarsi l’ammirazione paterna, soprattutto adesso che, con una mano fasciata a causa di un incidente col fucile, non può più suonare come il padre desidera.

L’arrivo a casa della piccola destabilizza il suo precario rapporto col padre, perché si accorge che il conte preferisce una sguattera a lui.
“Era appena più piccola di lui, con una cascata di capelli neri lucidi come ali di corvo. Dmitr, che la vedeva di profilo, aveva avuto la sensazione di guardare una bambola, tanto era graziosa e perfetta.”
Dmitr è geloso, si sente messo da parte, e aizzato dalla madre che da anni non va più d’accordo col conte, lascia la casa paterna e si trasferisce con lei in un appartamento al centro di San Pietroburgo.

Passano gli anni e la rabbia di Dmitr aumenta, così come il senso di vendetta. E allora quale miglior modo di colpire il padre, se non quello di prendersela con Tchandra?

Tchandra non è più una bambina, adesso è una ragazza sbocciata, un fiore di rara bellezza e Dmitr, durante tutto il tempo lontano da casa, non fa altro che pensare a lei.

Come si sentirebbe suo padre, se sapesse le sue vere intenzioni riguardo a Tchandra?
“Una vendetta dolce e stuzzicante che lo eccitava come un predatore. Era l’unico modo che aveva per ferire davvero suo padre, per ripagarlo della distanza emotiva e della disapprovazione che questi gli aveva sempre riservato, preferendo la sua stupida musica a lui, da melomane patologico quale era.”
Tchandra è sempre rimasta al suo posto, continuando a fare la domestica nonostante l’atteggiamento protettivo del conte e le lezioni di musica che lui le impartisce. 

Il conte vede in lei il futuro della musica e prova un profondo affetto paterno nei suoi confronti. 

La ragazza mai avrebbe immaginato di suonare, un giorno, alla presenza di musicisti della portata di Strauss o Tchaikosky, poiché a quel tempo le donne non venivano considerate dello stesso calibro di un uomo.

Dmitr si ritrova, suo malgrado, a fare i conti con una sensazione nuova mai provata. 
Può una ragazza che dovrebbe odiare fargli sentire qualcosa al centro del petto? 

L’odio e l’amore sono due facce della stessa medaglia e il filo che li divide è così sottile che basta un niente per spezzarsi.

Dall’altro lato, la ragazza dovrebbe odiare con tutte le sue fibre il figlio del conte, e invece non ci riesce, le emozioni che nutre nei suoi confronti sono talmente conflittuali da destabilizzarla nel profondo.
“Sentiva il suo dispregio ogni volta che la guardava, ma sebbene la ragione le avesse sempre suggerito di ripagarlo con lo stesso sentimento, non c’era riuscita. E il peggio era che lo giustificava, perché era certa che lui fosse molto diverso da come voleva apparire.”
I due giovani si ritrovano ciascuno a fare i conti con il proprio cuore, un cuore forse ammaccato, pieno di cicatrici, ma capace di battere ancora. 



Amore, odio, rancore, vendetta. Come possono tutte queste emozioni coesistere in unico libro?

Posso solo dirvi di lasciarvi conquistare da queste due anime tormentate, che hanno bisogno della felicità e di quell’amore in grado di superare ogni ostacolo.

Iniziare un nuovo libro di Mathilda è sempre una grande emozione. Ho amato ogni romanzo creato dalla sua sapiente penna, e anche “Come una sinfonia” non mi ha deluso.

Le descrizioni accurate permettono di toccare con mano quello che i protagonisti vedono, sentono; anche questa volta mi sono immedesimata completamente nella storia e nei pensieri di Dmitr e Tchandra. 

Da ogni pagina, in ogni momento della storia, trapelano emozioni e sentimenti.

Tchandra e Dmitr: due mondi opposti, due vite che viaggiano su binari paralleli non destinati a incontrarsi. Ma la vita a volte ribalta le carte in tavola e, quando meno te lo aspetti, ti sorprende cambiando direzione.

L’autrice scrive molto bene ed è riuscita a caratterizzare in modo accurato i protagonisti, facendoceli amare per come sono, senza maschere o forzature. 

Tchandra è un angelo puro che con la sua umiltà e bontà di cuore riesce a scavalcare il muro che Dmitr ha eretto, ma a quale prezzo?

All’inizio della lettura Dmitr si presenta come il cattivo della storia, il classico figlio viziato del padrone, a tratti quasi senza cuore, ma se si va oltre e lo si guarda con gli occhi di Tchandra ci si rende conto che è un ragazzo che fin da bambino cerca le attenzioni e le cure amorevoli del padre. 

Un padre che, accecato dall’ambizione e dalla passione per la musica, non sa cogliere il grido sordo del figlio, prima bambino e poi adulto.

Ho amato fare questo viaggio in Russia, attraverso il quale ho potuto esplorare nuovi posti e rispolverare vecchie conoscenze storiche, per poi veder tornare al proprio posto ogni tassello attraverso le note finali che l’autrice inserisce al termine del libro, mostrando un quadro d’insieme meraviglioso.

Potrei scrivere ancora moltissimo di questo romanzo, ma non voglio rovinarvi il gusto della lettura.
Quindi voglio terminare augurandovi buona lettura, e che questo romanzo possa farvi emozionare così come ha fatto con me.
“Sei sempre stata tu. Eri tu nel mio cuore con la tua musica e la tua poesia…”



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