venerdì 17 luglio 2020

Intervista all'autrice Stefania Da Forno




1°Intanto ti ringrazio per avermi concesso questa intervista! La prima domanda che vorrei porti è questa: Chi è Stefania quando non scrive?
Grazie a te per aver voluto intervistarmi! La domanda più temuta dalle persone riservate, come me. Quando non scrivo sono un’operaia in una fabbrica di occhiali, una mamma di due bambine iperattive e la moglie di un santo. Il mio tempo libero lo sfrutto per leggere, scrivere e stare con la mia famiglia. Ahimè, nessun hobby pericoloso o interessante.

2° Come nasce la tua passione per la scrittura?
Sono una lettrice tardiva, ho iniziato ad apprezzare ciò che leggevo intorno ai ventinove anni. Ed è lì che ho pensato di provarci, scrivendo storie d’amore sulla piattaforma Wattpad per gioco. Poi è diventata una necessità, e ha preso forma nella mia testa l’idea di poter diventare una vera e propria scrittrice.

3° Qual è il tuo primo ricordo legato ad essa?
Mi ricordo il divertimento e la soddisfazione nel terminare un capitolo, e l’attesa dei commenti dei lettori. I feedback sono quello che spinge uno scrittore a migliorarsi e a non mollare.

4°Si dice che uno scrittore debba essere in primis un appassionato lettore: quanto è importante per te la lettura?
Sono una persona che tende a pensare molto, lo sono sempre stata. Faccio di un problema inesistente qualcosa di invalicabile. I viaggi mentali sono il mio forte e grazie alla lettura riesco a far tacere le voci nella mia testa. Leggere è l’unico modo che ho per prendere fiato.

5° Ti sei mai trovata nella “competizione”  con qualcuno che sembra arrivare sempre prima di te?
La competizione è ciò che ci fa andare avanti e che ci spinge a migliorarci, ma non sono una persona che guarda e si paragona ad altri. Ci sarà sempre qualcuno migliore, che riesce a scrivere prima di te la storia che tu hai solo immaginato. Sarebbe una competizione persa in partenza. Preferisco essere in competizione con me stessa, e cercare di fare meglio ogni volta.

6° Cosa si prova a tenere in mano per la prima volta il proprio romanzo?
Incredulità. Non era un sogno che avevo fin da piccola, è stato tutto molto veloce e improvviso, tanto che credere quelle parole fossero mie non è stato facile. Ma è come una droga, quando si prova quell’emozione non se ne può più fare a meno.

“Scatti Fuori Fuoco” è il tuo nuovo romanzo, pubblicato con la Delrai Edizioni, com’è nato? 
Questo romanzo è stato scritto tre anni fa, in uno dei momenti di attesa che la vita ci riserba. Come ogni storia che scrivo, sono nati prima di tutti i personaggi. Volevo una ragazza cinica e diffidente e un ragazzo con un mare di segreti e astio. Poi il resto è venuto da sé, parola dopo parola.

8°Chi sono Ian e Harper? Cosa rappresentano per te?
Harper è in assoluto il personaggio che più mi assomiglia, e il personaggio che più detesto. La sua antipatia è palese, ma allo stesso tempo provo molta tenerezza. Spesso per le persone diffidenti è difficile trovare qualcuno che allevi le proprie insicurezze e i propri dolori. Lei doveva solo trovare quella persona. Ian, invece, è uno dei personaggi maschili che più mi è piaciuto creare. Forse il fatto di non avergli dato spazio nella narrazione mi ha aiutato a mantenere quel velo di mistero che volevo avesse. Amo i personaggi coerenti e che hanno motivazioni valide per i loro comportamenti.

9° Qual è il personaggio di questo/ dei tuoi libri a cui sei più legata?
Dato che la vita è fatta di amore e odio, direi Harper. Amo le sue debolezze, la sua fragilità e il suo modo di difendersi dal mondo. Ma allo stesso tempo odio tutte queste cose di lei. L’avrei voluta più agguerrita, ma sarebbe stata meno reale. Imparerà anche lei col tempo…

10°Cosa vuoi che arrivi ai tuoi lettori leggendo le tue storie?
Delle mie storie spero che arrivi l’autenticità dei personaggi, il realismo delle loro storie. Per sognare mi piace leggere di storie che potrebbero accadere anche a me, e così cerco di scrivere ciò che vorrei leggere. Spesso si tende a strafare per rincorrere l’originalità, ma è la semplicità la vera sfida.

11° Infine vorrei chiederti: c’è qualcosa che consiglieresti a chi, come te, si accinge a scrivere un libro?
La prima cosa che mi viene in mente è: NON FATELO! Scherzo, ovviamente. Scrivere un libro è un calvario, non giriamoci intorno. Ti risucchia tutte le energie e mette in discussione tutte le tue certezze. È un vero e proprio lavoro, e come tale richiede sacrifici, emotivi e fisici. Per chi vuole scrivere un libro, dico solo di armarsi di pazienza, di eliminare dall’equazione tutto il superfluo, concentrandosi solo sulla storia che si ha in mente. Se si inizia a pensare: piacerà?, troverò una casa editrice disposta a pubblicarlo?, forse dovrei usare toni più tenui, per un pubblico giovanile, non uscirà mai un buon lavoro. Prendi un bel respiro e combatti i tuoi demoni, così la storia avrà un’anima.

Grazie mille per cara per essere stata con me e per aver risposto alle mie domande, aspetto con ansia il sequel di un romanzo Cj e Margot sono nel mio cuore e adesso anche Ian e Harper.
Ringrazio tanto la casa editrice Delrai Edizioni per l'opportunità di intervistare questa scrittrice.
Baci Mary

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